CONCERTI E STRUTTURA MUSICALE

CARATTERISTICHE DEI CONCERTI
I
concerti di campane composti secondo l'ANTICA ARTE CAMPANARIA BOLOGNESE sono essenzialmente uno strumento musicale in grado di emettere quattro o più suoni articolati secondo la caratteristica struttura musicale e suonato da più persone simultaneamente.

Pur esistendo antichi concerti composti da 3 campane, la base di ogni concerto qui considerata per la struttura musicale è comunque di 4 campane, anche se alcuni comprendono 5 o, più raramente, 6 campane.

I concerti di 4 campane sono identificati in base alla loro INTONAZIONE. Posto che non si realizza in essi la possibilità di una vera e propria scala musicale, essi sono definiti in funzione dell’INTERVALLO che separa i vari suoni, collocati comunque idealmente su di una scala diatonica. Si prende in considerazione la campana di suono più grave, la GROSSA e si esaminano i gradi degli intervalli che separano il suo suono da quello delle altre, si avranno così tre Intonazioni dei concerti definiti QUARTI (supposta per comodità di esposizione come DO la nota più grave):


QUARTI

 

 MAGGIORE 

 

 MINORE 

 

 SESTA

 

 GROSSA 

 DO

 fondamentale

 DO

fondamentale

 DO

fondamentale

 MEZZANA 

 RE

 2a maggiore

 MI b

 3a  minore

 FA

 4a giusta

 MEZZANELLA 

 MI

 3a maggiore

 FA

 4a giusta

 SOL 

 5a giusta

 PICCOLA

 SOL

 5a giusta

 SOL

 5a giusta

 LA

 6a maggiore


I concerti di 5 campane definiti QUINTI propriamente detti sono sviluppati sulla base di un concerto di Quarto Maggiore al quale viene aggiunta una quinta campana - nominata QUARTA, che occupa il quarto grado della scala:

                 
            QUINTO MAGGIORE


Così i concerti (rarissimi) di sei campane definiti SESTI propriamente detti aggiungono al Quinto una sesta campana, nominata SESTA che occupa il sesto grado della scala:

                 SESTO MAGGIORE

 GROSSA 

 DO 

fondamentale

 MEZZANA 

 RE

 2a maggiore

 MEZZANELLA 

 MI

 3a maggiore

 QUARTA

 FA

 4a giusta

 PICCOLA

 SOL 

 5a giusta

 SESTA

 LA

 6a maggiore

Più frequentemente esistono concerti di 5 o 6 campane dove sono presenti due (eccezionalmente tre) concerti distinti, tacendo una campana; ad esempio Quarto Maggiore e Minore o Quarto Maggiore e Sesta, che prende il nome anche di OTTAVA, essendo la Piccola del concerto maggiore un’ottava più alta della Grossa del concerto di Sesta. Una nota vada al concerto di quarto che comprende tra il suono più grave ed il più acuto l'intervallo di quarta eccedente, il tritono, diabolus in musica”, cioè tre toni interi (Es.: Chiesa Parrocchiale dei Ss. Vitale e Agricola, BO).

STRUTTURA DEL SUONO A DOPPIO

Essendo solo quattro i suoni diversi che possono essere generati da un concerto di campane equipaggiate alla bolognese (il suono con  5 e 6 campane viene compreso in casi particolari, comunque segue generalmente la struttura base, che è con 4 campane), non realizzandosi così una scala musicale ancorché incompleta, si è sviluppato e consolidato un sistema di suono basato sulla struttura di matrici matematiche. Il campanaro quindi non “impara” i brani a memoria ma solo la base della struttura, cioè la matrice, elaborandola e sviluppandola mentalmente mentre sta eseguendo i brani stabiliti, rigorosamente codificati in repertori ormai classici ed immutabili; non viene concessa cioè agli esecutori nessuna variazione o interpretazione personale.

Se all’apparenza quattro soli suoni sembrano limitativi in realtà le possibilità di combinazioni, disposizioni, permutazioni e sostituzioni sono pressoché infinite. Da ciò si intuisce come sia mirabilmente complicato il suonare le campane alla bolognese, considerando anche la non facile, faticosa e spettacolare tecnica.

Il suono delle campane alla bolognese basa quindi la propria struttura sull’elemento semplice definito MEZZA, corrispondente alla successione dei rintocchi che ognuna delle quattro campane emette per una volta passando dalla posizione di MEZZOLO a quella di BOCCA  o viceversa, compiendo una rotazione di 360°.

Le campane base sono quattro, così denominate e descritte, nella comunicazione orale e nella trascrizione musicale dei brani, partendo da quella di peso maggiore, in ordine decrescente:

 Nome campana

 in un brano espresso a voce 

 in un brano scritto

 GROSSA

 DON

 4

 MEZZANA

 DAN

 3

 MEZZANELLA 

  DEN 

 2

 PICCOLA

DIN

 1


Considerando quindi un rintocco per campana, essendo dunque esse 4, Le Mezze diverse possibili derivano da una permutazione e sono 4! = 24 (fattoriale di 4) e vengono – generalmente – raggruppate in combinazioni definite in base a una campana che suoni lei stessa sempre per ultima; avremo così 4 gruppi di 6 Mezze le quali ora assumono ognuna proprio nome identificativo, detti PEZZI, qui indicati, per comodità espositiva, in ordine numerale crescente.

A seconda della campana che suoni per ultima i Pezzi possono essere di GROSSA, di MEZZANA, di MEZZANELLA e di PICCOLA.

Sono i più usati i Pezzi dove la Grossa suona sempre per ultima, le Mezze sono così 3! = 6 (fattoriale di 3);:

1234 = organo
1324 = quarto
2134 = deldin o dendin
2314 = deldan o dendan
3124 = San Pietro o dondin o dandin
3214 = Certosa o rovescio o donden o danden

Estrapolando dai 24 Pezzi quelli dove la Grossa suona sempre per terza si ottengono, ad esempio, i Pezzi MODENESI, altra combinazione caratteristica.

1243 = organo modenese
1342 = quarto modenese
2143 = deldin o dendin modenese
2341 = deldan o dendan modenese
3142 = San Pietro o dondin o dandin modenese
3241 = Certosa o rovescio o donden o danden modenese

I Pezzi – nella esecuzione di un brano – possono essere eseguiti anche MATTI: alcune (e anche tutte) le campane si scambiano il proprio turno di suono assumendo il ruolo delle altre. Ad esempio nei pezzi eseguiti di Campanino Matto tutte le campane si scambiano il turno di suono: la Piccola avrà il ruolo della Grossa; la Mezzanella quello della Piccola; la Mezzana quello della Mezzanella e la Grossa quello della Mezzana.

Stabilite ed esaurite (almeno per quel che riguarda la base stutturale dei brani che partecipano al repertorio classico del suono a doppio e tirata bassa) le combinazioni delle Mezze – assurte ora ora alla dignità individuale di Pezzi – si esaminano le possibilità di disposizione e l'applicazione di esse.
Si ricordi che nel gergo quotidiano il sostantivo usato e omologato per i Pezzi è – generalmente – quello di Mezze, intese sempre (salvo ovviamente avvertimento ) di Grossa.
Le possibilità di disposizione delle 6 Mezze, cioè i Pezzi, sono teoricamente 6! = 720 (fattoriale di 6) ma nelle esecuzioni, di fatto, se ne utilizzano principalmente 3 (tra quelle dove le Grossa suoni per ultima e il primo Pezzo sia quarto), le quali assumono nomi tipici:


 Mezze in Scala 

 Mezze in San Pietro 

 Mezze in Certosa

 1324 quarto

 1324 quarto

 1324 quarto

 1234 organo

 3124 San Pietro

 3214 Certosa

 2134 deldin

 1234 organo

 2134 deldin

 2314 deldan

 2314 deldan

 1234 organo

 3124 San Pietro 

 3214 Certosa

 2314 deldan

 3214 Certosa

 2134 deldin

 3124 San Pietro


Esistono altre 3 disposizioni, conosciute, ma pressoché inutilizzate; sono:

 Mezze in Taccotto nuovo

 Mezze in Taccotto vecchio

 Mezze in Marano 

 1324 quarto

 1324 quarto

 1324 quarto

 2314 deldan

 2134 deldin

 3214 Certosa

 1234 organo

 3124 San Pietro

 3124 San Pietro

 3124 San Pietro

 2314 deldan

 2314 deldan

 2134 deldin

 1234 organo

 2134 deldin

 3214 Certosa

 3214 Certosa

 1234 organo



Tutti i Pezzi e i brani possono essere eseguiti in ognuna di queste disposizioni.

Riassumendo:

le Mezze sono l'insieme generico dei singoli suoni di ogni campana;

i Pezzi sono le Mezze identificate in combinazioni di suoni secondo criteri logici;

le disposizioni in successione delle Mezze assumono nomi tipici.

Ciò finora esposto costituisce l'impianto fondamentale sul quale si basa tutta la struttura compositiva del suono a doppio e titata bassa eseguito con tecnica alla bolognese.


Particolare combinazioni generano altre disposizioni distinte dal genere descritto, sono per esempio, l'Annunziata (molto usata), giocata sulla Mezza deldin dei Pezzi Modenesi attraverso il progressivo slittamento posizionale delle campane e la Carità, una sorta di intreccio di Mezze di Grossa e Mezze Modenesi, generate dalle Mezze Quarto, Organo e deldan nei Pezzi Modenesi, ognuna seguita da una mezza creata dallo scambio simultaneo della prima campana con la seconda e della terza con la quarta, cioè barattate (o becche):

 l'Annunziata 

 la Carità 

 2143

 1342

 1432

 3124

 4321

 1243

 3214

 2134

 -

 2341

 -

 321


COSTRUZIONE DEI BRANI

I brani sono costruiti su ogni Mezza (o più correttamente sarebbe dire su ogni Pezzo, ma si mantiene questa definizione per adesione al lessico corrente), la quale funge da capostipite e può generare altre combinazioni di suoni, attraverso permutazioni e sostituzioni: alcune campane tacciono e vengono perciò sostituite (combinazione con ripetizione) da una delle altre per riformare l’ordine di 4 o più rintocchi e realizzare così una combinazione di suoni nuova ma dipendente da quella Mezza: ogni combinazione dipendente si chiama CAMPETTO.
Esaurito il Campetto di quella Mezza, le successive (nell’ordine di Scala o San Pietro o Certosa, ecc.), si comportano nello stesso modo, generando il brano completo.

L'esempio che segue illustra la generazione delle Dodici Vecchie, eseguite in Scala.

(in neretto la Mezza capostipite)


Campetto di quarto
1324 quarto
1314  tace la Mezzanella (2) sostituita dalla ripetizione di suono della Piccola (1) ciò assume il nome di Terzino


Campetto di organo
1234
1214 tace la Mezzana (3) sostituita dalla ripetizione di suono della Piccola (1) ciò assume il nome di Terzino


Campetto di deldin
2134 organo
2124  tace la Mezzana (3) sostituita dalla ripetizione di suono della Mezzanella (2) ciò assume il nome di Terzino


Campetto di deldan
2314 deldan
2324  tace la Piccola (2) sostituita dalla ripetizione di suono della Mezzanella (2) ciò assume il nome di Terzino


Campetto di San Pietro
3124 San Pietro
3134  tace la Mezzanella (2) sostituita dalla ripetizione di suono della Piccola (1) ciò assume il nome di Terzino


Campetto di Certosa
3214 Certosa
3234  tace la Piccola (1) sostituita dalla ripetizione di suono della Mezzana (3) ciò assume il nome di Terzino


Così, aggiungendo ad ogni Mezza capostipite altre sostituzioni e permutazioni di campane, sempre rispettando il numero dei rintocchi in modo che al termine del brano le campane si trovino tutte nella posizione di Mezzolo, si generano altri brani, virtualmente di numero illimitato, ovviamente tutti eseguibili nelle varie disposizioni.

Qui puoi scaricare una sinossi di vari brani (a ciap, trave e tirabasse) per concerti di 3, 4, 5 campane con citazione anche per 6 campane